Potenza, Con occhio di donna 2008. Mostra fotografica dedicata ad Alessandra Bisceglia

Il 28 novembre 2008 presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza la IV edizione del Concorso fotografico nazionale: “Le donne nel futuro oltre la tradizione” sarà dedicata ad Alessandra Bisceglia.

Perché la mostra fotografica – con occhio di donna, la donna nel futuro oltre le tradizioni- è stata dedicata ad Alessandra Bisceglia?

Perché Alessandra ha sempre guardato alla vita con l’entusiasmo e la gioia di una giovane donna che ha voluto sfidare il modo tradizionale di vivere ed intendere la disabilità.

Non si è mai arresa all’ immobilità e allo sconforto che la sua condizione poteva suscitare; ha voluto compiere tutto il percorso, che grazie alle conquiste di donne degli anni passati coraggiose come lei, gli si presentava davanti.

Alessandra è stata una donna del futuro, perché del mondo voleva conoscere e vivere tutto- con occhio attento, sensibile e vivace, combattendo i pregiudizi, le difficoltà e le limitazioni che la società gli imponevano ha sempre vissuto come una giovane e tenace donna libera, gioiosa, entusiasta.

“Ho capito che forse c’è un tempo per tutto …ma per arrivare a questa conclusione nella mia vita ho dovuto combattere per tutto il tempo”

Alessandra profumava di vita. Alessandra, nata a Lavello, era una persona eccezionale.

Lo ripetevano tutti. Un male la costringeva sulla sedia a rotelle. La inchiodava a dolori che nessuno poteva capire. Le impediva di muoversi nello spazio come gli altri.

Tutti ostacoli che ha superato, raggiungendo mete che le sembravano negate. Era una delle autrici di Domenica In. Ha frequentato a Roma la facoltà di Scienze della comunicazione.

Oltre a laurearsi, aveva svolto il praticantato giornalistico nell’agenzia di stampa dell’università, superando alla fine l’esame di Stato per diventare professionista. Nel corso della sua carriera è stata autrice e collaboratrice di diversi programmi della Rai, tra cui “Ragazzi c’é Voyager”, “Uno mattina estate”, “Mi manda RaiTre” e della redazione cultura del Tg2, oltre che della trasmissione radiofonica di Barbara Palombelli 28 minuti, della redazione romana del corriere della sera e numerosi altri giornali.

ALESSANDRA

Il 3 settembre scorso è tornata in cielo Alessandra. E’ forte quello che lascia, fortissimo.

Ale è stata mandata dall’Alto perché fosse voce di Dio. Un Suo angelo. Ale è stato lo strumento per ricordare l’amore, ne è stata incarnazione. Forte, fortissima. L’immagine di una croce capace di lottare e di rispondere con la luce della bellezza. La sua testimonianza arriva diretta ai cuori delle persone. Ecco chi è Alessandra. La sua vita è stata una carezza di Dio agli altri. Ale è stato un Suo strumento, l’espressione con cui ha voluto abbracciare i suoi figli. E non è un caso che l’abbia donata a Raffaella, Tonino,

Nico, Serena. Loro, proprio loro, nella loro specificità, nella loro unicità, capaci di raccogliere quel dolce disegno ed essere al servizio di un qualcosa di unico e di ancora più grande. Già proprio loro, mezzo, collaboratori di un progetto bellissimo. Ale è stata un dono che Dio ha voluto fare a tutte le persone con cui ha avuto a che fare. La sua partenza è stato uno strappo ma non so perché immagino una grande mano che la raccoglie e che accosta la sua anima ad una luce immensa. Ecco, questo mi rasserena e me la fa vedere felice mentre gongola nell’amore eterno.

Alessandra non è morta perché il suo cuore, la sua essenza, continuano a vivere e a pulsare nella vita di ognuno di noi. Quel sorriso, capace di squarciare anche gli animi più bui, emana un profumo. La sua bellezza lascia serenità e vuoto allo stesso tempo. Manca

Alessandra, mancano quelle sue manine delicate, quell’intelligenza matura, quel suo cuore puro, quel suo istinto costruttivo capace di spezzare le catene dell’aridità.

Metteva allo specchio Alessandra, sapeva riportare all’essenziale, al bello, all’amicizia, all’amore. La sua capacità di ascolto, quegli occhi grandi, quel taglio di capelli che le metteva in risalto quel volto, quella forza d’animo e quella pura dolcezza, quella voce, quell’ironia e quel sorriso …ancora, quel sorriso con la luce dentro.

Ho tanti ricordi, tante sensazioni e quello che più gelosamente conservo è l’abbraccio sincero che ho vissuto ogni volta che ho pronunciato e pronuncio il suo nome.

Ciao Ale.

Tua, Lorena.

Lorena Bianchetti

LE MANI DI ALESSANDRA

Le sue mani. Sembravano quelle di una bimba. Le dita sottili, così sottili che gli anelli le andavano sempre larghi e il suo anello preferito lo portava al pollice.

Le mani di Alessandra. Che erano sempre in movimento. Come quando cucinava e con quelle manine girava sughi e creme con il cucchiaione di legno, e la sua torta al cioccolato resterà mitica.

O quando scriveva al computer e con le dita picchiettava sui tasti del portatile con l’aria di una scienziata che premesse i pulsanti di un macchinario complicato, che lei e “la tecnologia” erano “due cose diverse”.

Mani affusolate con cui componeva i numeri sulla tastiera del cordless per telefonare agli amici sparsi per l’Italia, e, quando quelli rispondevano, alle amiche diceva “bella” e agli amici “tesoro”.

Mi viene in mente la prima volta che si fece fare la ricostruzione delle unghie: continuava a tamburellarci e, ridendo, faceva la gattina maliarda che sfodera gli artigli, chiedendo a noi che eravamo lì “Non sono irresistibile?”. Decisamente Ale.

Decisamente…

Elisa Storace

LA RISATA DI ALE

Escludo immediatamente qualsiasi solenne e addolorato ricordo perché ho davanti a me il suo viso insofferente, quell’espressione buffa che faceva ogni volta davanti alla cupezza del mondo. Alessandra era un diffusore di allegria, di felicità. Alessandra metteva a disposizione la sua casa per organizzare feste. Alessandra era elegante e dolcemente maliziosa davanti allo specchio mentre si truccava con cura e si provava magliette all’ultima moda.

Alessandra era scatenata al concerto di Battiato. Alessandra cantava. Alessandra consolava preparando cioccolata calda.

Alessandra lasciava bigliettini comicamente minacciosi sui tergicristalli di chi parcheggiava la macchina davanti agli scivoli predisposti per le sedie a rotelle sui marciapiedi. Alessandra aveva una risata rumorosa, tanto rumorosa che se le scappava dopo le 11 di sera noi amiche le facevamo dei cenni per invitarla ad abbassare di un tono.

È questa la musica che lei ci lascia in eredità, un suono fragoroso e vitale, attraverso cui ancora una volta ci aiuta a rompere il silenzio della sofferenza.

Valeria Scornavacca

LA VITA COME SCOMMESSA

Parlare di Ale non è facile… perché più che dalle parole Ale la capisci da cose che si possono solo accennare. Ale è sorrisi disarmanti e baci mandati da lontano, Ale è il calore delle sue carezze, infinito anche se arriva da mani minuscole, Ale è lo sguardo speciale di chi sa ascoltare… è nel profumo dei maglioni che mi ha prestato… è nei suoi gesti che hanno vinto barriere… Ale è un fine settimana speciale a Firenze e lunghe telefonate…

Ale, la prima volta che l’ho incontrata, è stata una dirompente forza magnetica, inevitabile scegliere di aiutarla… la nostra convivenza è stata una ricchezza… per tanto tempo Ale è stata un vanto…

Mi piaceva pensare che nel suo percorso a ostacoli dentro una metropoli di barriere avevamo fatto una tappa assieme… “Sono stata le sue gambe” mi sono detta spesso…

Ma non sapevo, lo so ora, che non ero io a prestarle il passo, ma lei parte della forza su cui camminavo e cammino…

Ale più che un vanto è un privilegio… Ed è presente: in questo momento è nella lacrime che non trattengo, nei ricordi che non afferro. Ma c’è: dentro è più prepotente della bara che ho visto a Lavello… dentro ancora m’impone la sua regola non scritta, e cioè che la vita, in qualsiasi forma, è un scommessa e val la pena puntare… Ale è futuro. È nella mia voglia di diventare una donna migliore, una giornalista migliore (brava e sensibile quanto lei), una figlia migliore, un’amica migliore.

Cristina Argento

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