La vita dentro

(dal notiziario “W Ale Notizie” n°7, del 3 aprile 2012)

Arriva, solare, in tailleur blu, a Palazzo  Giustiniani, sede  del Senato. L’occasione  è la consegna  dei mini oscar, il giorno della festa del papà, assegnati dall’associazione “I love papà” in collaborazione con “Figli Negati”, a personaggi noti e meno noti, che si dedicano gli altri in campo sociale.
Lei riceve il premio, prende il microfono, ringrazia: “Questo premio lo voglio dedicare a mio padre, oggi non c’è più. Era anche il papà di mio fratello Luigi, un ragazzo autistico”. La sala applaude, lei si commuove,  torna al suo posto. È l’altra Eleonora Daniele, quella che non vediamo in tv.

L’immagine di un’altra Eleonora Purtroppo, nella vita, molti si soffermano alle apparenze, bisogna scavare in profondità per capire il loro “essere” uomini e donne.

Presidente di “Life Inside”, nasce da suo fratello?
Si è stato Luigi la molla che ha spinto me, le mie due sorelle e tutta la mia famiglia a dare vita tre anni fa all’associazione “Life inside” che si occupa di autismo a livello nazionale. Oggi sono tanti i sostenitori e tantissimi i volontari, non smetterò mai di ringraziare.  Senza di loro le associazioni non andrebbero avanti. “Life inside “ ha una convenzione con l’Istituto superiore di sanità e un osservatorio nazionale sull’autismo. Due mesi fa è stata assegnata la prima borsa di studio a una ricercatrice molto brava.

Perché “La vita dentro”?
La vita dentro è un mondo da scoprire ma anche da sostenere attraverso le politiche sociali, di assistenza. Non solo la vita delle famiglie che lottano con difficoltà, quotidianamente, con il mondo esterno per essere ascoltate e sostenute da un impegno istituzionale e da tutte quelle persone che hanno il potere e il dovere di fare di più. Bisogna dare vita ad una rete di sostegno per le famiglie che si trovano a gestire delle situazioni a volte drammatiche.

Come ha conosciuto  la fondazione “W ALE”?
Al teatro Sistina di Roma invitata ad assistere allo spettacolo di Massimo Piparo i cui proventi erano destinati alla fondazione. Lì ho conosciuto la fondazione e Alessandra, presentata alla platea attraverso un filmato molto emozionante Da quel momento il sorriso di Alessandra mi è entrato dentro, un sorriso che sprigiona la sua forza interiore e la voglia di vita a contatto con gli altri.

Che idea si è fatta di Alessandra?
Di una ragazza che è riuscita a reagire, a soffrire e a insegnare molto alle persone che stavano intorno a lei e a quelle che l’hanno conosciuta dopo. Una ragazza che è riuscita a creare una rete importante, di persone perbene, che hanno voglia di mettersi in gioco come nel caso della fondazione “W ALE” della quale sono socio fondatore.

Angelica Marotta

 

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