Giffoni si commuove con Alessandra, da Lavello alle redazioni di Rai e Corriere

Quella di Alessandra Bisceglia è la storia di un sogno. Breve, 28 anni appena, ma piena d’emozione e di forza. È la storia di una ragazza che da un piccolo paesino della Basilicata, Lavello, sogna di andare a Roma e diventare giornalista. Lo racconta a tutti, lo scrive sui temi e anche sulle pagine del suo diario. E ci riesce, grazie al suo talento, all’ambizione e a una tenacia che avrebbe smosso le montagne. Ci riesce nonostante quella malattia di cui non parlava mai, quasi non esistesse. Toccante e quanto mai emozionante il documentario «Alessandra, la forza di un sorriso», girato dalla regista Francesca Muci che ha firmato, insieme a Daniela Giammusso, anche la sceneggiatura, che viene presentato stasera, lunedì, al Cinema Valle in anteprima nazionale per il Giffoni Film Festival.

In 48 minuti vengono ripercorsi le tappe più significative della storia di questa giovane donna che ha combattuto contro una spietata malattia, contro assurde barriere architettoniche e contro una morte imminente, per seguire il suo sogno di diventare giornalista. Il racconto di Francesca Muci inizia proprio da quelle pagine alle quali Alessandra confida le sue emozioni alla vigilia della partenza per Roma, dove si sarebbe iscritta alla Facoltà di Scienze della Comunicazione. Attraverso le pagine del suo diario, foto, filmini amatoriali e video di lavoro. È lei con quel sorriso che «buca» lo schermo, con quell’energia che sembra spazzare via ogni difficoltà, a guidarci nella sua avventura, dalla piccola Lavello all’immensa Roma, dove le «barriere» da superare sono molte, ma dove riesce a laurearsi con il massimo dei voti. Per poi approdare nelle redazione del Corriere della Sera, in quella del Tg2, fino agli studi dei tanti programmi Rai di cui si è occupata: Mi manda Raitre, Blog-reazioni a catena, Voyager, Unomattina, Domenica In.

Poche, volutamente poche, sono le testimonianze raccolte dei tantissimi che l’hanno conosciuta, amata e apprezzata: mamma Raffaella e papà Antonio, i fratelli Nicola e Serena, l’amica del mare Cristina e quella dell’Università Marica, il professor Cosmo Ferruccio De Stefano del Bambin Gesù, che l’ha seguita sin da bambina. Ne esce un ritratto di una ragazza, un’amica e una professionista attenta capace di infondere un ottimismo contagioso ancora oggi, anche solo attraverso le immagini di un documentario. Una storia emozionante ma, soprattutto, un grande messaggio per chi si trova nella sua situazione e per i giovani che si scoraggiano al primo ostacolo. A tutti, la storia di Alessandra, oggi dimostra che «farcela» è possibile, che le difficoltà esistono per essere superate. E che, come diceva sempre lei, «sono le situazioni peggiori a rendere le persone straordinarie.

fonte Ansa

CREDITS “ALESSANDRA, LA FORZA DI UN SORRISO”

Produzione: Rai Cinema e Digital Studio

Prodotto da: Alex Ponti

Sceneggiatura: Daniela Giammusso

Francesca Muci

Fotografia: Sandro Bartolozzi

Musiche: Francesco Gazzara

Montaggio: Alessandro Marinelli

Produttore esecutivo: Gabriele Genuino

Regia: Francesca Muci

Anno di Produzione: 2010

Durata: 48 minuti

SINOSSI

Alessandra non aveva niente di meno ma tanto di più. Di tanti, di molti.

Quella di Alessandra Bisceglia è la storia di un sogno. Breve, 28 anni appena, ma piena d’emozione e di forza. È la storia di una ragazza che da un piccolo paesino della Basilicata, Lavello, sogna di andare a Roma e diventare giornalista. Lo racconta a tutti, lo scrive sui temi e anche sulle pagine del suo diario. E ci riesce, grazie al suo talento, all’ambizione e a una tenacia che avrebbe smosso le montagne. Ci riesce anche nonostante quella malattia di cui non parlava mai, quasi non esistesse, ma che forse, tra mille sofferenze, l’ha resa ogni giorno più forte e volitiva.

Il nostro racconto inizia proprio da quelle pagine alle quali Ale confida le sue emozioni alla vigilia della partenza per Roma. Donna curiosa, ironica e battagliera, abbiamo voluto lasciare a lei, che sognava di raccontare il mondo, il compito di mostrarci com’è stato il mondo visto con i suoi occhi e dalla sua altezza. In una lunga soggettiva (anche fisica), attraverso le pagine del suo diario, foto, filmini amatoriali e video di lavoro, è lei con quel sorriso che “buca” lo schermo, con quell’energia che sembra spazzare via ogni difficoltà, a guidarci nella sua avventura, dalla piccola Lavello all’immensa Roma, dove le “barriere” da superare sono molte, ma dove Ale si laurea con il massimo dei voti in Scienze della Comunicazione. E poi nella redazione del Corriere della Sera, in quella del Tg2, fino agli studi dei tanti programmi Rai di cui si è occupata: Mi manda Raitre, Blog-reazioni a catena, Voyager, Uno Mattina, Domenica In. Poche, volutamente poche, sono le testimonianze raccolte dei tantissimi che l’hanno conosciuta, amata e apprezzata: mamma Raffaella e papà Antonio, i fratelli Nicola e Serena, l’amica del mare Cristina e quella dell’università Marica, il professor Cosmo Ferruccio De Stefano del Bambin Gesù, che l’ha seguita sin da bambina.

Ne esce un ritratto di una ragazza normale, un’amica e una professionista preziosa capace di infondere un ottimismo contagioso ancora oggi, anche solo attraverso le immagini di un documentario. Una storia emozionante, ma soprattutto un grande messaggio per chi si trova nella sua situazione e per i giovani che si scoraggiano al primo ostacolo. A tutti Ale oggi dimostra che “farcela’’ è possibile, che le difficoltà esistono per essere superate. E che, come diceva sempre lei, “sono le situazioni peggiori a rendere le persone straordinarie”.

FRANCESCA MUCI

Francesca Muci (Nardò, Lecce 1973) dopo la laurea in Legge ed un master in management dell’audiovisivo, frequenta uno stage in Rai Net per poi collaborare per circa sette anni come story editor a Rai Fiction. Nel 2007 scrive la sceneggiatura del documentario diretto da Luca Archibugi “Tessere di pace in medio oriente”, successivamente quella de “L’oro di Cuba” di Giuliano Montaldo.

“L’Italia del nostro scontento” (presentato alla Festa del cinema di Roma, 2009) rappresenta l’esordio come regista, a cui seguono “Siamo tutti vecchi” e “Alessandra, la forza di un sorriso”.

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