225.423,17 € DESTINATI DALLA FONDAZIONE ALLA RICERCA PER LE ANOMALIE VASCOLARI

In oltre 10 anni di impegno e amore abbiamo finanziato la RICERCA per le Anomalie Vascolari per 225.423,17 €  attraverso borse di studio, dottorati e assegni di ricerca.

Abbiamo cominciato, finanziando un Dottorato di Ricerca in Chirurgia Rigenerativa per il triennio 2010-2013, presso l’Università Tor Vergata di Roma affidato alla dott.ssa Erminia Silvi, investendo 52.143,45 €.

Nel frattempo, durante il biennio 2012-2013, abbiamo sovvenzionato per 44.000,00 € una Borsa di Studio per la Ricerca Epidemiologica sulle Anomalie Vascolari congenite presso l’Istituto Superiore di Sanità – Centro Nazionale Malattie Rare di cui ha beneficiato la dott.ssa Emanuela Mollo.

Abbiamo destinato un totale di 26.786,00 € nel 2014 per una Borsa di Studio per la diagnosi strumentale e la terapia chirurgica della MAV  presso l’Università degli Studi di Modena e nel 2015 per una collaborazione professionale, entrambe con la dott.ssa Valentina Cataldi che è stata il nostro riferimento.

Successivamente, dal 2015 al 2018 abbiamo investito 54.493,72 € nel Dottorato di Ricerca in Scienze Biomediche Integrate e Bioetica presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma di cui ha beneficiato il dott. Vito Toto.

Negli ultimi due anni, 2019 e 2020, abbiamo confermato il nostro sforzo impegnando 48.000,00 €  per un Assegno di Ricerca su “La Valutazione dell’efficacia del trattamento chirurgico delle Malformazioni Vascolari post-assiali” presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, dove il dott. Vito Toto sta studiando le Anomalie Vascolari e come trattarle, seguendo attentamente i pazienti delle Stanze di Ale, centri territoriali diagnostici e indirizzo terapeutico, rivolti a pazienti con AV, dove vengono erogati servizi gratuiti di consulenza specialistica e di assistenza medica, psicologica e sociale.

Tanto abbiamo fatto, abbiamo un lungo percorso alle spalle, ma è ancora lunga la strada ancora da percorrere.

La nostra volontà è quella di non fermarci, ma di continuare a sostenere la ricerca con maggior incisività.

 

 

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