Intervista a Maria Elisabetta Gramolini

Maria Elisabetta Gramolini è giornalista professionista dal 2012. Freelance, scrive di salute e tematiche sociali per diverse testate nazionali fra cui l’Agenzia Sir e il mensile Madre. Questa la sua intervista:

Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?
Parlare e scrivere di salute, malattie rare o tematiche sociali è una sfida quotidiana per me. Significa proporre a tanti argomenti che toccano la vita di pochi. Il premio giornalistico Alessandra Bisceglie mette in luce lo sforzo di noi giornalisti impegnati nel far emergere gli eroi o i più fragili del nostro tempo

La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?
Sempre di più la comunicazione sociale conquista spazio anche se la sfida è ardua perché significa catturare l’interesse dei lettori distratti da certa cronaca strillona

Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?
In molti casi sono già scelte. Le impongono il rispetto verso le persone a cui si è chiesto di raccontare una parte della propria vita ma anche il dovere dei giornalisti di raccontare la realtà

Le notizie devono essere sempre nuove?
Dovrebbero ma in certi casi è bene riproporre storie e fatti del passato per decifrare l’attualità
Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Oggi più che mai le testate giornalistiche assolvono al servizio per il pubblico affinché i lettori possano avere notizie verificate

Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?
Un buon giornalista è chi sa entrare in empatia con coloro che intervista. Entra in punta di piedi nelle loro vite. Non travisa le parole, le riporta dopo aver compreso la condizione delle persone. Il bravo giornalista ascolta inoltre più fonti