Intervista a Federica Ginesu

Oggi diamo la parola a Federica Ginesu che si presenta così: Giornalista freelance, mi occupo di questioni di genere e discriminazioni. Attualmente collaboro con il settimanale Grazia e il progetto web de Il Sole 24ore: Alley Oop. Ho scritto per La Donna Sarda, Elle e Gente. Sono coautrice dei due libri “Sardegna al Femminile. Storie di donne speciali” e dell’ebook de Il Sole 24 ore “Donne di Futuro”. Ho vinto il premio giornalistico Gianni Massa – Piera Mossa per la parità di genere. Faccio parte di Giulia Giornaliste. Queste le risposte alle nostre domande

Partecipare a un Premio Giornalistico di un tema così specifico è stata una sfida?
Scrivere l’articolo con cui partecipo a questo Premio Giornalistico ha rappresentato una sfida. Non è stato facile. Ho studiato la malattia che ha colpito il piccolo Alex, ho intervistato gli scienziati che si occupano di cellule staminali, questi luminari mi hanno aiutato a capire il male del bambino e a spiegare ai lettori quale cura era ha necessaria per il piccolo. C’era anche la parte emozionale. Un’intera nazione che ha abbracciato questo bimbo, che faceva il tifo per lui. Erano quindi necessari gli elementi tecnici, il parere della scienza e il cuore nel raccontare una vicenda così delicata

La Comunicazione Sociale: è un tema che trova spazio sulle testate?
Nei giornali la comunicazione sociale trova spazio. Su, Grazia, la testata con cui collaboro, affronto spesso temi legati al sociale. Penso sia importante accendere i riflettori sulle malattie rare, sul coraggio dei bimbi, delle loro famiglie e delle persone che hanno questi mali, sulle difficoltà che incontrano a livello di cure e assistenza.

Le parole, in un tema come quello del PGAB, si scelgono o sono già scelte?
Per articoli come quello che ho presentato le parole sono in parte già scelte, sono quelle pronunciate dai medici che il giornalista o la giornalista raccoglie e porta ai lettori e alle lettrici, e in parte si scelgono una a una con molta attenzione senza superficialità. Ci vogliono cura, sensibilità e delicatezza.

Le notizie devono essere sempre nuove?
Le notizie non devono essere sempre e per forza nuove. Possono essere anche non strettamente legate all’attualità, ma meritorie di un approfondimento che dà risalto a una patologia poco conosciuta o una disabilità, un articolo può contribuire a risolvere una problematica, può far conoscere una storia che deve essere raccontata.

Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
Penso che le testate oggi abbiano il dovere di conservare il loro spirito originario. Sono servizio pubblico, hanno un ruolo sociale e devono dare voce a chi non ce l’ha.

Chi è oggi, secondo te, un buon giornalista?
Il buon giornalista o la buona giornalista risponde a quella vocazione senza tempo che non deve essere mai persa. Chi fa questo lavoro è un guardiano o una guardiana dei diritti umani, deve denunciare l’ingiustizia, raccogliere testimonianze di verità. È un\una professionista con un’etica del lavoro che deve essere ben salda. È chiamato o chiamata a dare il suo contributo attraverso una comunicazione che rispetti la deontologia. Significa contrastare le false notizie, non fermarsi alle apparenze, indagare, approfondire e metterci anche il cuore, l’umanità. Non smarrire le emozioni. Passione, dedizione e preparazione sono fondamentali.