Intervista a Greta Giglio

1. Cosa ti ha spinto a partecipare a un Premio Giornalistico con un tema così specifico e qual è il significato di questa esperienza per te?

Partecipare al Premio Bisceglia ha rappresentato per me un’occasione per approfondire il tema del linguaggio usato come strumento sociale: ha significato capire meglio l’importanza del modo in cui comunichiamo e mi ha permesso di entrare in contatto con persone che vivono questa importanza sulla propria pelle.

2. In che modo le storie di vita reale possono influenzare l’opinione pubblica sulle questioni sociali?

L’opinione pubblica è formata dalle persone. Se vengono mostrate le storie delle persone reali, nelle loro complesse e molteplici sfumature, sarà l’opinione pubblica stessa a vedersi riflessa in queste storie.

3. Qual è la tua opinione sull’importanza di dare voce a chi non ce l’ha nel contesto della comunicazione sociale?

Per me la comunicazione sociale non ha alcun senso se non attraverso la voce dei suoi protagonisti. Non credo che il giornalismo dia voce alle persone, ma che al contrario i giornalisti debbano essere a servizio delle persone, specialmente in chi crede di non avere una voce. Dal momento in cui viviamo in una democrazia, a tutti deve essere garantito il diritto di parola, e il giornalismo sociale è uno strumento attraverso cui questo diritto può e deve essere rispettato.

4. Ritieni che le testate giornalistiche abbiano la responsabilità di educare il pubblico su temi sociali? Perché?

Credo che le testate giornalistiche non debbano educare su temi sociali, ma piuttosto dovrebbe essere riconosciuta la necessità di restituire un racconto delle realtà sociali più trasparenza e veridicità possibili. Penso che l’approccio a un’educazione piuttosto che a una comunicazione sincera e diretta possa rischiare di allontanare le persone, soprattutto chi è estraneo alle problematiche sociali. Se si offre loro una storia piuttosto che un insegnamento, potrebbero aumentare le probabilità di suscitare empatia e di far emergere un interesse umano.

5. Come si può mantenere un equilibrio tra il sensazionalismo e l’oggettività quando si trattano argomenti delicati?

L’equilibrio si può mantenere mettendosi in ascolto e al servizio di chi ti racconta la sua storia. Che sia un racconto di sofferenza, di discriminazione o di fragilità, è sufficiente ricordarsi che il fulcro di quel racconto è la persona che ne sta parlando, nella sua interezza e nella sua complessità di essere umano. Non appiattire una persona riducendola agli aspetti della sua vita che interessano a uno specifico lavoro giornalistico è più che fondamentale.

6. Quali sono le sfide maggiori che affronti nel raccontare storie relative a tematiche sociali?

Le maggiori sfide che ho riscontrato nella mia esperienza hanno riguardato principalmente la sintesi della tematica trattata. Usare uno spazio definito, scegliere una modalità di racconto, restituire il quadro di un tema sociale ampio come quello proposto dalla 9ª edizione del Premio Bisceglia ha significato per me confrontarmi con la mia capacità di approfondire senza perdermi, selezionando solo alcune parti del materiale raccolto – nonostante la consapevolezza che c’è ancora molto da dire.

7. Come vedi il ruolo dei social media nel promuovere la comunicazione sociale e nell’influenzare il giornalismo tradizionale?

I social media sono uno strumento fondamentale per la comunicazione sociale. Basti pensare che la maggior parte delle persone passa molto tempo su queste piattaforme. Il modo migliore per raggiungere il pubblico è dunque comunicare attraverso i social, che permettono l’uso di un linguaggio fruibile a chiunque, rendono la comunicazione sociale alla portata di tutti.

8. In che modo la formazione e l’aggiornamento professionale possono migliorare la qualità del giornalismo sociale?

Senza formazione e senza un continuo aggiornamento mancherebbero le parole per scrivere di giornalismo sociale. Significherebbe ignorare il suo primo, basilare strumento: il linguaggio corretto. Mancando questo, manca la capacità di comunicare in modo efficiente e rispettoso una storia.

9. Come è venuto a conoscenza del Premio giornalistico?

Attraverso il direttore del Master di giornalismo dell’università Lumsa che attualmente frequento.