Intervista a Laura Alteri

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?
    Certamente. Mettendo in risalto il buon lavoro dei giornalisti su temi come le malattie rare, la disabilità e la lotta alle discriminazioni dei fragili, un premio giornalistico focalizza maggiormente l’attenzione dei media e dei lettori su un argomento specifico. Diventa così una cassa di risonanza per quei temi sociali molte volte trascurati a favore del sensazionalismo e della cronaca nera.
  2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?
    Oltre all’Orto psichiatrico, di cui parlo nell’articolo candidato al Premio, un’altra storia positiva che mi ha segnato è quella di Sofia, una quattordicenne paraplegica che aveva bisogno urgentemente di un ascensore nel suo palazzo. Grazie al tam tam generato dal mio articolo che raccontava il disagio che lei viveva quotidianamente, i genitori di Sofia sono riusciti ad avviare una raccolta fondi e a raggiungere la quota necessaria all’acquisto dell’ascensore. Presto la giovane avrà finalmente la possibilità di uscire da casa.
  3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?
    Non è sempre semplice separare l’emotività dal nostro dovere di cronaca. La capacità di un bravo giornalista però deve essere proprio quella di saper raccontare i fatti con lucidità, ma con la giusta dose di sensibilità. Nella comunicazione giornalistica è importante raccontare la realtà in modo onesto, ma è anche giusto trasmettere le emozioni e sensibilizzare i lettori attraverso le nostre parole.
  4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?
    In quei giornali che sono concentrati su sensazionalismo e clickbait, un tema sociale probabilmente avrebbe uno spazio ridotto. Fortunatamente però non è la regola ovunque: i temi sociali vengono infatti trattati dai giornalisti che hanno a cuore la diffusione di notizie giuste e inclusive. È il giornalista stesso che fa la differenza quando lavora seguendo la sua sensibilità dando maggiore risalto a tematiche che avvicinano la comunità.
  5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?
    Compito del giornalista è quello di essere sempre aggiornato e in prima linea sulle tematiche di maggiore interesse pubblico. È importante però ritornare anche su notizie già diffuse, per completarne il racconto nel modo più puntuale e preciso possibile. Ovviamente, sempre nel rispetto della verità, perciò senza cercare le notizie dove non ci sono o peggio aggiungendo elementi non reali.
  6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?
    Dipende dalla testata. C’è chi segue una linea editoriale palesemente più commerciale, dando spazio ai trend del momento, e chi invece segue un altro percorso più incentrato sull’informazione pubblica.
  7. È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?
    Dipende dal modo in cui viene riportata una notizia e dalle parole che il giornalista sceglie di usare. Si può raccontare una storia, anche difficile, senza calcare troppo la mano su dettagli che possono scatenare preoccupazioni e reazioni esagerate nei lettori. L’importante è attenersi ai fatti, sempre.
  8. Come sei venuto a conoscenza del Premio?
    Ho trovato le informazioni sul Premio direttamente sul sito FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana.