Intervista a Federica Nannetti

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?

Credo possano – anzi debbano – essere il contesto e la visione complessiva a fare la differenza: un premio giornalistico su un tema così specifico come questo è dunque un modo, assolutamente valido e importante, per contribuire a creare maggior sensibilizzazione nell’opinione pubblica, ma è allo stesso tempo importante accompagnarlo da un’attenzione costante e da uno spazio adeguato sulle testate. Indubbiamente un premio e i suoi eventi collaterali sono già tasselli importanti per parlarne, per avviare un confronto e un dibattito, per infondere curiosità verso una realtà magari poco conosciuta, dunque per avviare o conservare un circolo virtuoso che si alimenta progressivamente.

2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

Ogni storia ha una sua particolarità e qualcosa per cui vale la pena ricordarla. Se fosse possibile sarebbe bello girare questa stessa domanda ai lettori: chissà quanto sono riuscite ad andare lontano alcune esperienze di vita?

3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?

Ogni storia, ogni vicenda porta con sé il modo di raccontare del giornalista che l’ha raccolta: detto questo l’oggettività credo sia uno dei valori a cui tendere, pur senza pretese e senza presunzione.

4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?

Negli ultimi anni mi sembra di notare una maggior attenzione alla comunicazione sociale, soprattutto in termini di sua considerazione: se fino a qualche tempo fa questa veniva considerata quasi una tematica “isolata” e a sè, oggi mi pare ci sia una pervasività un po’ più trasversale e, dunque, una prospettiva diversa con cui leggere un po’ tutte le vicende.

5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?

Reputo importante soprattutto la varietà dei temi per dare ai lettori e agli spettatori gli strumenti per crearsi una propria visione del mondo. Sul senso del “nuovo” delle notizie si potrebbe discutere a lungo, poiché anche una stessa notizia potrebbe essere analizzata nel tempo da prospettive diverse e risultare così sempre nuova.

La tempestività è poi un valore importante del giornalismo, a patto che questa non vada a discapito della qualità.

6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Sebbene una riflessione sull’economia che sta dietro e dà forma ai media sia imprescindibile, credo che il giornalismo in quanto tale sia un servizio pubblico.

7.Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Anni fa, grazie al Master in Giornalismo dell’Università di Bologna: la prima partecipazione al premio nel 2020.