Intervista a Marco Di Vincenzo

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?

Secondo me, un Premio Giornalistico può essere uno strumento molto efficace e potente per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi come la Comunicazione  Sociale. Il giornalismo svolge un ruolo fondamentale nel modellare le opinioni del pubblico, e un Premio che riconosce e celebra il giornalismo di qualità sul tema della Comunicazione Sociale può contribuire ad aumentare la consapevolezza e la comprensione del pubblico su questi argomenti.

2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più? +

La storia che più mi ha segnato è quella che ho inviato al vostro concorso. Il racconto della vita di Francesca, un’adolescente nata senza arti che fa pole dance, è certamente un tema che può avere un grande impatto emotivo e sociale. Come giornalista, ho avuto l’opportunità di seguire la sua vicenda, mettendo in luce la sua determinazione e la sua forza di volontà. In molti casi, le persone con disabilità sono ancora oggetto di discriminazione e pregiudizio nella società, e questo rende ancora più importante raccontare storie di persone come Francesca che, nonostante le difficoltà, trovano il modo di realizzare i loro sogni e le loro passioni. Raccontare storie come questa è importante per diffondere un messaggio di inclusione e di accettazione delle differenze, e per sensibilizzare il pubblico sulle sfide che le persone con disabilità devono affrontare quotidianamente. Inoltre, attraverso queste storie, si può anche incentivare un dibattito più ampio sulla disabilità e sulla diversità, e favorire un cambiamento culturale più positivo e inclusivo

3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?

Secondo me, il giornalismo ha il compito di informare e raccontare la realtà in modo imparziale e oggettivo: questo non esclude il racconto la sofferenza. Si può e si deve fare, prestando attenzione a non manipolare o distorcere i fatti e senza cadere nella retorica, nel sensazionalismo o nell’emotività esagerata.

4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?

Per me, la Comunicazione Sociale oggi dovrebbe trovare ancora più spazio sulle testate, specialmente in Italia. In un periodo come questo, dove i giornali e le tv sono inondati dalle notizie (non sempre positive) in tempo reale, talvolta sarebbe bene ridurre la velocità, fermarsi e riflettere, raccontando anche il lato buono delle cose. Bisognerebbe lasciare più spazio e tempo a quello che viene chiamato constructive journalism. Come detto, non bisogna parlare solo di fatti negativi, ma anche raccontare come le persone, le Istituzioni e le comunità agiscono per dare risposta ai problemi sociali. Bisogna raccontare di più il buono e il bello che c’è.

5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?

Non necessariamente. Negli ultimi tempi siamo sempre stati più abituati a un approccio da breaking news, dove bisogna rincorrere a tutti i costi la notizia dell’ultima ora. Penso sia bene, talvolta, rallentare e trovare le storie – non per forza nuove – da approfondire e raccontare. Fermarci e riflettere può contribuire a renderci persone migliori.

6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Le testate stanno sempre più assomigliando a dei meri prodotti commerciali, mettendo il business e il profitto al primo posto, dimenticando spesso il ruolo primario dell’informazione di qualità. Credo che sia un effetto della crisi dell’editoria – soprattutto della carta stampata – e ai problemi legati all’economia del periodo storico che stiamo vivendo. Questo non significa, però, che non esistano giornali o tv indirizzati alla funzione di servizio pubblico.

7. È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?

Certamente. E per farlo, il giornalista – o l’operatore dell’informazione – deve prestare particolare attenzione alla scelta delle espressioni e delle parole nella sua narrazione  e restituire equilibrio nella presentazione del racconto. Un’informazione su tematiche sensibili, senza creare allarmismi, è fondamentale.

8. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

Sono venuto a conoscenza del Premio Bisceglia tramite il web, attraverso il sito del Federazione Nazionale della Stampa Italiana.