Intervista a Giuseppe Facchini

  1. Un Premio Giornalistico può realmente sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema così specifico?

Assolutamente si. Ogni occasione è utile per farlo.

2. Qual è la storia o il caso che hai raccontato che ti ha segnato di più?

A dire il vero ce ne sarebbero tanti. Forse su tutte direi le storie dei malati di Huntigton e i loro parenti, alle prese con una quotidianità in alcuni casi per nulla semplice, a causa di una patologia rara e ancora senza una cura.

3. È possibile raccontare la sofferenza senza rinunciare all’oggettività?

È possibile, ma non è sempre facile.

4. La Comunicazione Sociale è un tema che trova spazio sulle testate?

Col passare del tempo, sempre di più.

5. Secondo te bisogna raccontare notizie sempre nuove?

È fondamentale.  

6. Le testate, oggi, secondo te sono prodotti commerciali o servizi pubblici?

Per ovvie ragioni, diventano sempre di più prodotti commerciali.

7. È possibile fare informazione su tematiche sensibili senza creare allarmismi?

La storia recente ci ha mostrato altro, è vero, ma penso sia assolutamente possibile. Il modo in cui si comunica fa la differenza.

8. Come sei venuto a conoscenza del Premio?

In rete. Ho partecipato anche ad alcune edizioni precedenti